Nuovo record negativo per le vendite di auto in Spagna, dove da diversi mesi è in corso una spirale negativa dai valori allarmanti: a febbraio, secondo i dati mensili diffusi oggi dalle associazioni di fabbricanti e venditori, c'è stato un autentico crollo delle immatricolazioni (-48,8%) rispetto allo stesso mese del 2008, con appena 62.107 unità, come nel 1993. Si tratta non a caso del dato peggiore della storia per il mese di febbraio, Sommato al forte calo di gennaio (-41,6%), il calo bimestrale anno su anno è stato di oltre 100.000 veicoli, il 45,5%, mentre anche la produzione di veicoli è scesa a gennaio, del 53%.
Una situazione di emergenza, per far fronte alla quale i fabbricanti dell'Anfac hanno più volte chiesto al governo di José Luis Zapatero interventi straordinari.
L'esecutivo ha presentato un piano complessivo da 4 miliardi tre settimane fa, ma la maggior parte del bilancio riguarda aiuti indiretti (ritardo nel pagamento dei contributi sociali, aiuti per produzioni ecologiche, ecc.).
In termini diretti, il ministero dell'Industria finora ha lanciato lo scorso novembre il 'Plan Vive', che prevede prestiti senza interessi su 5 anni per un massimo di 10.000 euro per veicolo: secondo il governo questi prestiti corrispondono a un assegno di circa 2.000 euro a veicolo, ma i produttori considerano la misura "insoddisfacente", e vorrebbero sussidi di questo tipo per 4 miliardi anziché circa un miliardo.
Nel frattempo, anche la Commissione europea si è interessata al piano di Madrid, chiedendo spiegazioni perché inizialmente preoccupata dalla condizione - non espressa - posta dal ministro dell'Industria Miguel Sebastian, che le imprese che ricevono aiuti non dovranno licenziare. Dopo un esame di circa due settimane, oggi è arrivata la luce verde di Bruxelles anche al piano di aiuti spagnolo: "Le autorità spagnole hanno chiarito che fra le condizioni per ottenere gli aiuti non c'è nessun requisito che esiga ai fabbricanti di mantenere le fabbriche in Spagna", ha detto il portavoce del commissario Ue alla Concorrenza Neelie Kroes, illustrando l'ok dell'antitrust Ue.